La paura dell’ignoto
Pare sia quella che rimane la più forte malgrado le molte informazioni corredate da esami clinici che le donne ricevono nel corso della gravidanza. Per la paura dell’ignoto risulta rassicurante un percorso di accompagnamento alla nascita condiviso con altre donne, nel quale alle indicazioni sanitarie si mescolano le sapienze e i saperi femminili.
La paura dell’ospedale
Esperienze precedenti negative o la mancata esperienza in assoluto di una degenza causano la paura del ricovero, che si supera conoscendo in anticipo la struttura, con una visita e un colloquio con gli operatori.
La paura di perdere il controllo
Il parto è un’occasione in cui la perdita di controllo è prescritta dalla natura: tanto più ci si lascia andare quanto più semplice è la nascita del bambino. Forse nel modo più forte che in tutta la vita, la dimensione corporea è preponderante e si sperimenta una specialissima sensazione di forza creativa!
La paura dei danni fisici ed estetici
La fase espulsiva suscita timori: si ha l’impressione che tutto si romperà. Il corpo della donna è invece perfettamente in grado e pronto per far passare il bambino.
La paura di non essere all’altezza
Il parto a volte viene vissuto come l’esame finale di un corso cui si arriva con il bagaglio di studio delle tecniche e delle informazioni apprese dai libri e dai corsi. Non esiste la brava partoriente: ogni parto è un’esperienza unica che non va giudicata.
La paura del dolore
Il dolore del parto è sicuramente intenso – per alcune donne il più intenso fino ad allora registrato. La paura di non saperlo gestire e di doverlo subire è comune. Ma la consapevolezza che il dolore del proprio corpo è fisiologico, normale e funzionale alla nascita del bambino può renderlo accettabile, così come la sua accettazione quale esperienza umana profonda. Se questo non basta si può considerare di ricorrere a tutte strategie che si sentono proprie: dalla respirazione cantata al rilassamento, dai massaggi all’epidurale.
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